Cosimo de Nitto - anno scolastico 2008-2009
Cosimo De Nitto - 03-08-2009
Che la scuola italiana abbia dei problemi lo sanno tutti. Che i problemi della scuola italiana siano in modo progressivo ed esponenziale aggravati dalla rozzezza di queste destre ruspanti che ci governano è sotto gli occhi di tutti. Credo, infatti, che non ci sia paese al mondo in cui una pesantissima sottrazione di risorse, a cominciare da quelle umane, venga contrabbandata per investimento ai fini di un miglioramento qualitativo del servizio. E' come se un cuoco pretendesse di fare alta cucina buttando via parte consistende degli ingredienti a disposizione per preparare i piatti. La dimostrazione di questo teorema è impossibile se non sotto sonno ipnotico con relativa rinuncia alla ragione, oppure con la totale sostituzione della realtà ad opera di una distorta rappresentazione della stessa.
Cosimo De Nitto - 21-05-2009
A cosa servono la scuola, la cultura, il merito, la fatica di costruirsi conoscenze e competenze giorno dopo giorno per anni?
A che serve raccontare favole sul merito da parte di un governo il cui capo è editore e riscossore dei benefici economici e politici di trasmissioni spazzatura come queste?
Come si fa da parte dei poveri insegnanti a convincere queste ragazzine a scommettere sulle conoscenze e competenze che si formano a scuola con anni e anni di duro impegno, e che un canto della Divina Commedia vale più di mezzo centimetro di girovita?
Cosimo De Nitto - 21-04-2009
(Lettera inviata ai curatori della puntata di Report "Come tu m'insegni")

Mi dispiace, ma la puntata di report dedicata alla scuola e andata in onda domenica 19 aprile 2009 non è stata all'altezza come altre volte.

Troppo superficiale, imprecisa, lacunosa.

Ha avuto la pretesa di dirla tutta sulla scuola, col risultato di aver giustapposto uno zibaldone di "fatti" eclatanti, già processati e digeriti dai media.
Quando il singolo fatto è riportato per destare stupore, scandalo, risentimento, forte impatto emotivo ottiene l'effetto opposto a quello atteso, se è quello di una buona lettura che sia anche ermeneutica della realtà che si va ad esaminare. Non parliamo poi della possibilità di concorrere alla risoluzione del problema. Anche il giornalismo d'inchiesta e denuncia non può sottrarsi a queste "regole".
Cosimo De Nitto - 01-04-2009
Innanzitutto voglio plaudire all'iniziativa del PD del 1 aprile "Una scuola di qualità", incontro con associazioni di studenti, insegnanti, genitori, presidi. Era ora che si cominciasse a fare politica, che non fosse solo quella delle dichiarazioni, delle interpellanze parlamentari, delle citazioni e dei riferimenti alla scuola nei pastoni dei discorsi che affrontavano tutti i problemi del Paese.
Questa iniziativa indica la strada giusta che, tuttavia, dovrà vedere sviluppi ulteriori e politicamente ben più significativi e pesanti.
In questi mesi si è svolto, e si sta svolgendo, uno scontro durissimo nel paese sulla scuola e, a partire da questa, nel resto della nostra realtà sociale.
Cosimo De Nitto - 30-03-2009
Quanto la Gelmini ha tuonato dal palco del Congresso fondativo del Pdl è un attentato al comune senso del pudore per quanto segue:

1) Se per 40 anni la scuola fosse stata sotto l'oppressione o anche solo l'egemonia della sinistra Berlusconi non avrebbe vinto le elezioni.

2) Della scuola tutto si può dire tranne che sia un comparto molto sindacalizzato; l'UGL sarà d'accordo con la Gelmini che la sindacalizzazione è un pericolo?


Cosimo De Nitto - 25-03-2009
E' possibile che ancora dobbiamo ripeterci che conoscere una disciplina non implica automaticamente e naturalmente essere in grado di insegnarla al meglio? Lo sanno tutti e soprattutto i docenti. Non è una bella cosa trovarsi davanti una classe e avere in dotazione solo il "cosa" insegnare (i "contenuti" disciplinari) mentre per il "come" (didattica) si cerca di ripescare nella memoria il modello dei propri vecchi docenti per fare come loro hanno fatto. Il "cosa" e il "come" dell'insegnamento e dell'apprendimento non possono essere considerati separatamente, né tanto meno messi l'uno contro l'altro. Servono i saperi disciplinari, le scienze della formazione, le "sensate esperienze" sul campo. Le esperienze non saranno "sensate" solo per il genio personale dell'insegnante, che elabora in magnifica ed ispirata solitudine, ma grazie ad un processo di formazione continua in servizio in cui al contempo si approfondiscono i saperi disciplinari e si affina la didattica, il "cosa" e il "come". Non dimenticando il "chi", l'alunno.
Cosimo De Nitto - 03-03-2009
I votacci non hanno cambiato la scuola, non hanno cambiato gli studenti con le loro difficoltà, non hanno cambiato il modo di funzionare dell'istituzione, non l'hanno migliorata, non hanno cambiato il modo di insegnare né quello di apprendere.
Di tutti i problemi molto seri e profondi che sono sul tappeto e che attendono risorse, progettualità, iniziative mirate e qualificate, strategie di breve e lungo periodo, il ministro ha preso la scorciatoia più facile e lucrabile dal punto di vista politico, perché agisce sull'immagine che gli permette di entrare in sintonia con la parte più moralista, superficiale, bacchettona ed ignorante dell'opinione pubblica. Una scorciatoia che lungi dal portare alla soluzione, anche minimale, delle grandi questioni all'ordine del giorno del nostro sistema formativo, opera solo in superficie, sulle forme con cui si rappresentano gli esiti del lavoro scolastico, sollecitando i consensi di chi pensa che per ripristinare la credibilità, l'autorevolezza e l'autorità professionale e personale del docente basta brandire il voto come arma di dissuasione/distruzione di massa, e attraverso di esso ridare finalmente serietà alla scuola ed educazione e formazione agli studenti di oggi.
Cosimo De Nitto - 17-02-2009
Quando, come nel caso della valutazione e delle sue forme di rappresentazione e comunicazione sociale, sono in ballo problemi di alto spessore pedagogico e didattico, non si può seguire una linea di condotta da parte del Ministro che procede per annunci televisivi e interviste, seguono leggi approvate, ma che ancora non hanno completato l'iter previsto, seguono circolari-ultimo-momento diverse e fondate su leggi non ancora leggi, regolamenti non ancora regolamenti, con una tempistica che getta tutto il corpo scolastico nella confusione più totale e lo consegna al fai da te e alla "speriamo che me la cavo".
La valutazione non può essere data in pasto ai salotti televisivi e alle agenzie di stampa per essere trasformata in slogan tanto superficiali quanto devianti, buoni solo per propaganda e spot politici. La logica della spettacolarizzazione non si addice a una materia come questa, che, invece, per essere capita e non annoiare sua maestà lo spettatore viene banalizzata in un cumulo di luoghi comuni ulteriormente banalizzati da presentatori show man, che pretendono, con la loro incompetenza, di farla capire (!?) a un non ben identificato pubblico. Si comprende così perché in questi salotti non vengono chiamati gli esperti. Essi alzano il livello culturale e scientifico ma contraddicono il format dello spettacolo e col loro linguaggio fanno abbassare lo share che si alimenta di banalità e di rissa, cosce lunghe e insulti, emozioni e scandali, casi limite assurdi e paradossali, curiosità morbose e quant'altro.
Cosimo De Nitto - 02-12-2008
La buriana
Un grande vento di tempesta si è abbattuto questa estate sulla nostra scuola. Una buriana che, in brevissimo tempo, per esattezza nove minuti e mezzo con il cronometro di Tremonti, ha spazzato via, o per lo meno si illude di farlo, decenni di lavoro, studi, ricerche, sperimentazioni che il mondo della scuola ha svolto, spesso con fatica, contraddizioni, disomogeneità territoriali, di ordine di scuola. La stessa nozione di "scuola italiana" solo approssimativamente rende conto di diversità spesso profonde tra una scuola e un'altra. Anche sub categorie territoriali come scuola del nord, del centro, del sud sono estremamente approssimative, così come lo sono quelle relative agli ordini di scuola come primaria, secondaria di 1° e 2°. Non parliamo poi delle statistiche che, da cosa seria quali sono, a condizione che vengano usate con discrezione scientifica, utilizzate al contrario come strumento di certezza assoluta, definitiva, inoppugnabile finiscono per ottundere, recintare, chiudere, giudicare dove, al contrario, dovrebbero invece dare avvio ed aprire alla conoscenza, spingendo verso il discernimento e la distinzione, anziché verso la facile, superficiale e rozza sintesi, finendo inesorabilmente con il rievocare la vecchia, e mai passata di moda, storiella del "pollo a testa" per gli Italiani.
Cosimo De Nitto - 22-11-2008
"Il cosiddetto decreto Gelmini non contiene nessuna riduzione di spesa, nessuna previsione di licenziamento . Si è addirittura parlato di 83 mila licenziamenti : sono ipotesi che non esistono. C'è solo il fatto che avere due maestri incide meno sulla possibilità di formazione dei bambini . Si torna quindi al maestro unico, anzi, al maestro prevalente , liberando l'altro maestro, che potrà applicarsi a quello che una volta si chiamava doposcuola e che ora chiamiamo tempo pieno , richiesto di quasi tutte le famiglie".
Così ha dichiarato quel burlone del Presidente del Consiglio, ma non si è accorto che il naso gli cresceva, o forse era geloso del naso lungo della sua ministra Gelmini e allora è entrato in competizione con lei su " chi la spara più grossa ".
Cosimo De Nitto - 14-11-2008
In questo modo non si va da nessuna parte e si mette in sofferenza la democrazia e il sistema di regole su cui si regge. Ne sono perfettamente consapevoli le centinaia di migliaia tra studenti e lavoratori dell'università e ricerca che oggi, con i loro cortei gioiosi e critici, hanno dato vita a una bella pagina della democrazia, chiedendo al governo di mostrarsi forte, tornando indietro sui suoi passi per intraprendere un nuovo percorso virtuoso, rinunciando all'immagine che vuol dare di sé come tosto- coraggioso- duro- conlepalle.
Cosimo De Nitto - 11-11-2008
Quello che si sta perpetrando a danno della scuola della Repubblica è un misfatto senza precedenti e la CHIESA non può rimanere in silenzio. La mancanza di ascolto da parte del governo di tutte le istanze sociali, istituzionali, professionali, scientifiche, la mancanza di rispetto anche nei confronti dei propri parlamentari, oltre che dell'opposizione, mortificati da decreti e voti di fiducia, l'arroganza degli atti e delle parole, da quando in qua sono diventate virtù cristiane? Il silenzio fa venire cattivi pensieri. Il silenzio è parente di complicità.
In queste settimane che hanno visto centinaia e centinaia di migliaia di giovani, insegnanti, genitori per le strade a reclamare il loro diritto allo studio, alla conoscenza, al lavoro, al futuro, la CHIESA si è occupata d'altro, ha parlato d'altro, come se niente accadesse nel corpo profondo della nostra società. Tante persone che guardano al suo magistero hanno atteso invano una parola che non è venuta. Peccato che quando poi è venuta, è stata quella sbagliata e deludente di Monsignor Diego Coletti responsabile scuola della conferenza episcopale italiana che ha sentenziato : "il problema dei risparmi è certamente sul tavolo ed è ineccepibile....è inutile se non addirittura dannoso intervenire agitando le piazze".

Cosimo De Nitto - 07-11-2008
Il governo, convinto dalla insurrezione delle Regioni, degli EE.LL. e dalla straordinaria ONDA che percorre ogni giorno il Paese da nord a sud e da sud a nord, cioè, della serie solo con le buone maniere questo governo ascolta, sembra voglia ritirare questo art. 3 col quale, fra l'altro, va a modificare ciò che è contenuto nella Legge 133 emanata appena un mese prima.
Che pasticcioni! Anche una persona inesperta di procedure parlamentari non avrebbe combinato tutto questo casino, come dicono i ragazzi oggi.
Cosimo De Nitto - 29-10-2008
Costituendo la mozione votata alla Camera un vincolo formale per il Governo, mi chiedo: può il ministro ritenere praticamente carta straccia la stessa mozione che il governo e le forze di maggioranza e lei stessa hanno solennemente votato? E lei, la ministra, può fare quello che le pare e piace, tanto che a distanza di appena 18 giorni smentisce tutto e dice di voler fare altrimenti (niente classi separate, solo corsi magari pomeridiani di rinforzo linguistico), degradando, si fa per dire, la questione a mero problema didattico di cui, sa bene, non è competente il governo, ma i docenti e le scuole?

Con buona pace dell'on Cota che ci rimette la sua faccia, che ha prestato in diverse trasmissioni televisive, rimediando anche cattive figure, per compiacere il suo popolo (così si dice oggi) che altrimenti si chiederà cosa sta a fare la Lega nel governo, se almeno nelle questioni degli "stranieri" non ci mette il becco e fa sentire la sua voce.
Cosimo De Nitto - 25-10-2008
Ero in tutte altre faccende affaccendato la sera del 21 ottobre scorso. Sapendo che, nonostante la pensione, continuo ad appassionarmi ai problemi della scuola, mio unico e immenso amore professionale, sono stato chiamato: corri, corri a vedere; una trasmissione sulla scuola.
Gad Lerner conduceva la puntata dell'Infedele dal titolo "Scuola e stranieri: un muro tra i banchi?".
Cosimo De Nitto - 24-10-2008
Io mi sentirei di accampare solo una piccola osservazione: se sono 44 gatto-comunisti, se i sondaggi (ah!, i sondaggi come sono comodi ed utili, si potrebbe governare anche senza elezioni, senza confronto con fastidiose minoranze e riserve indiane, basterebbero solo i sondaggi in combinato disposto con l'auditel televisivo) dicono, affermano, sanciscono, minacciano, legiferano accordandogli il 70, 80, 100, anche 120% dei consensi, perché mai mandare la polizia?
No, falso! Mai detto che faremo intervenire la polizia "Polizia negli atenei? Mai detto. Sono i giornali che, come al solito, travisano la realtà".
Ma dai Cavaliere! Tra poco dovremo allungare l'Italia per contenere il tuo naso! Ci fai il ponte che ci congiunge alla Libia, altro che sullo stretto.
Cosimo De Nitto - 23-10-2008
Rapide note ispirate dalla patetica figura fatta dall'On. Cota della Lega Nord nel corso della trasmissione L'Infedele di Gad Lerner. Cota è l'autore dell'emendamento che prevede la formazione di classi speciali per i bambini stranieri.
Non le chiamo, come dovrei per esigenza di precisione, di "inserimento" perché mi sembra poco credibile che la Lega Nord si interessi e preoccupi dell'accoglienza e dell'integrazione dei cuccioli degli stranieri.
Cosimo De Nitto - 27-09-2008
"Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù! Non vi ho convinti? Venite a vedere voi stessi. Coraggio! E' proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un'altra prospettiva!".

Quanta intelligente sapienza, è in queste parole che pronuncia Robin Williams nel film "L'attimo fuggente".
Quanta verità scientifica, pedagogica e didattica.
Quanta educazione umana e sociale alla diversità, alla pluralità dei punti di vista e al loro riconoscimento e accoglienza.
In questo principio c'è tutta la bellezza e la fatica dell'insegnare oggi, e dell'apprendere direi anche.
Cosimo De Nitto - 20-09-2008
Mi scusi, ministro, ma secondo lei come sono i bambini di oggi? (La ministra pare un po' perplessa). Lo sa che la definizione del bambino, il modo in cui la società se lo rappresenta, i suoi bisogni formativi, sociali sono determinanti ai fini della costruzione dei Programmi di studio e quindi determinanti per il modello, anche organizzativo, di scuola? La ministra risponde sì, certo che lo sa. Bene, allora mi dica: come definivano il bambino i Programmi Ermini del '55? (la ministra perde la sua apparente sicurezza, qualche macchia rossa prende a tingerle il visino, il panico comincia ad assalirla vieppiù (sono ricascato negli arcaismi). Volendo aiutarla, le suggerisco: "fanciullo, tutto intuizione, fantasia, sentimento".
Cosimo De Nitto - 13-09-2008
Il duetto Tremonti-Gelmini fa un ragionamento semplice-semplice. Noi (loro) vogliamo cambiare la scuola, perché così non si può andare avanti. Il Paese non sopporta una spesa così alta. Il nocciolo della faccenda è questo. E' un problema di bilancio. La scuola è un ente più o meno inutile, talvolta dannoso ("rovina" i giovani), e costoso. Bisogna tagliare. Cosa, dove? Il 97% della spesa se ne va in stipendi, infatti non ci sono investimenti, con buona pace dell'Europa. Allora bisogna far fuori una parte consistente del "personale" scolastico. Non si pronuncia la parola docenti, perché è controproducente. Bene, dice Tremonti alla Gelmini, pensa tu, paga un po' di consulenti se non sei capace, basta che trovi delle ragioni "pedagogiche", che giustifichino questa decisione.
La Gelmini cosa fa? Pesca nel peggiore armamentario del conservatorismo e cosa trova? Ordine, gerarchia, autorità, voto di condotta, divisa per tutti, merito, voti all'elementare, e, perché no, magari anche alla scuola dell'infanzia e al nido.
Sono quisquilie e pinzellacchere, direbbe Totò, l'invenzione più efficace è il maestro unico o tutor di gruppi di livello. Quello sì che risolve i problemi di Tremonti, anche se fa fare un rovinoso passo indietro alla scuola italiana. A coloro che si oppongono lanciano l'anatema che sono conservatori e non vogliono cambiare; essi sì, Tremonti e Gelmini, sono i veri innovatori, e via dicendo...
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